Ecco un esempio confermativo della collocazione dell’Italia nei Paesi a semilibertà di stampa:
Mi trovo a Ischia; partecipo ad un meeting di poesie, faccio un intervento ripreso da un’operatrice di Teleischia. Cade il discorso su una scelta di marca leghista sulle serate di poesia; a questo punto Teleischia, evidentemente in quota Polo, interrompe la registrazione, in persona della predetta operatrice che, come mi ha confermato, eseguiva delle disposizioni.
E parliamo di poesie, non di politiche fondamentali, e parliamo di Teleischia, non di una Rete Nazionale in prima serata, a rischio scandalo, e parliamo di Lega su questioni lontane, non della Casa della Libertà (o come altro si chiama in quella che è ormai la Rinascente della libertà) in Campania.
In concreto facevo cenno al Circolo Filologico Milanese al quale partecipavo una decina d’anni fa anche a serate poetiche nella sezione allora florida Milano-Napoli, successivamente soppressa per volontà di Lega.
Tutto qui, eppure disturbava! Ormai bisogna fare solo chiacchiere e basta; anche in poesia.
Mi domando e domando, chiedendo cortesemente una risposta, a tutte le persone di buon senso e di buona volontà: ma è mai possibile che in questo Paese, il messaggio che dobbiamo lasciare alle generazioni che potrebbero rivoluzionare il futuro, i bambini e gli adolescenti di oggi, è andate via dall’Italia, fuggite, imparate l’inglese, il cinese, l’indiano, quello che volete, ma andatevene se volete vivere la vostra vita nel miglior modo possibile, oppure restate qui ma rincoglionitevi, vendetevi, chiudete gli occhi, pensate solo al vostro culo?
Oddio, c’è anche un lato positivo (c’è sempre il rovescio della medaglia), se la recentissima famosa fuga di notizie afgana sui servizi segreti, avesse avuto luogo in Italia, oggi ci sarebbe, con tutta probabilità, qualche villa al mare in più, qualche morto in meno e più tranquillità e convinzione dell’utenza nel seguire i gravi problemi delle selezioni per la prossima edizione del Grande Fratello e per le Velone, piuttosto che angosciarsi l’anima con quelle che non sono altro che sciocchezzuole gonfiate dai soliti comunisti per danneggiare (oltre che direttamente anche indirettamente) il Governo.
Eppure, in quest’Italia dominata dal Vaticano, eternamente ultima nella ricerca scientifica, nelle modernità sociali e artistiche, nella valorizzazione delle donne nella società e nel lavoro, nella liberalizzazione del concetto di famiglia, e prima nel vedere le Madonne che piangono, nel perdonare stupratori, pedofili e faccendieri corruttori ed evasori, io ancora credo che si possa fare qualcosa per cambiare.
Qui mi fermo e mi rivolgo a tutti i giornalisti, di qualsiasi area, tendenza, ecc. perché credo che il FUTURO stia a cuore a tutti, perché ormai non si tratta più di “quale” futuro; ma si tratta proprio di “futuro” tout court .
Ad esempio, in vista di un convegno in autunno che, con molto sforzo come ben comprendo e molta buona volontà, sta preparando Paola Malgarini, potremmo munirci di episodi, esempi probanti, riflessioni da spedire, far circolare, accumulare per poi farne oggetto di trattazione. E’ un’idea che butto lì, e altre idee potrebbero essere proposte in vista di questo convegno, un’occasione che potrebbe essere di altissimo significato.
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