A CHE PUNTO SIAMO allo scadere del I° DECENNIO del XXI Secolo
Abbiamo il peggior debito pubblico d’Europa, una crescita praticamente inesistente, gli stipendi più bassi e le tasse più alte, con le quali paghiamo servizi tra i più scadenti dell’Unione; il sistema fiscale più complesso e macchinoso che sgretola sotto il suo peso tanto l’iniziativa imprenditoriale, quanto il potere di acquisto delle pensioni.
La spesa pubblica è importante ma improduttiva, la scuola fabbrica ignoranza e cade a pezzi, gli investimenti sulla ricerca sono a zero, così come ridotti al lumicino quelli sulle opere pubbliche, le più lente d’Europa a partire ed arrivare.
Avviare un’azienda è un azzardo, vivere nel nostro Paese è costosissimo, non si trova lavoro e i giovani invecchiano in casa guardando la televisione.
Bruciamo capitale umano, disperdiamo risorse. I settori in cui primeggiamo richiedono investimenti che non facciamo, e sembra inevitabile che tra qualche anno, anche in questi ambiti verremo risucchiati dalle classifiche. Combattiamo con la corruzione e con una giustizia interessata, lenta ed inefficiente (tranne encomiabili ma isolate e, a volte sospette, eccezioni), la politica mette in scena un conflitto tanto violento quanto inutile sul quale si regge una classe dirigente sfibrata e inconcludente, che cerca rifugio nelle nenie populiste.
Fonte:”Zona retrocessione” Rizzoli Ed. di Giovanni Floris.
Libero adattamento di blande argomentazioni (a questo punto) dove si omette di prendere in considerazione l’evasione fiscale più alta, tra i Paesi omologhi, del Mondo, i conflitti d’interesse (non solo quelli del Premier) più diffusi e devastanti, gli apparati istituzionale e burocratico veri e propri elefanti pigri e voraci, la criminalità organizzata più agguerrita e ramificata, la stampa scadente e imbavagliata, l’ingerenza del Vaticano attraverso la C.E.I. e il suo potere sociale ed economico, più invasivo in assoluto.
Ma ora siamo nel 2011
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