martedì 19 febbraio 2013
LA DONAZIONE secondo SILVIO
A PROPOSITO delle TELEVENDITE di Berlusconi Cav. Silvio (che non ha nulla a che vedere con Fantozzi Rag. Ugo, l’ho già detto mille volte, e qui lo confermo una volta per tutte definitivamente, altro stile, altra personalità, altro successo con le impiegate): esse sono come quando acquistate un pelapatate al mercatino, poi andate a casa e scoprite che non funziona.
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Vogliamo fare un esempio? Ricordate la bufalotta della DONAZIONE senza pagare tasse ai figli e discendenti?
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Vogliamo analizzare come andò la faccenda?
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Un certo Cav. Silvio, trasudante azioni societarie, voleva trasferire queste azioni (beni mobili) ai figli, senza pagare tasse di nessun genere. Allora che ti fa? Una legge ad hoc così sfacciata non la poteva fare; si inventa che qualsiasi DONAZIONE, sia di beni MOBILI, che di beni IMMOBILI ai diretti discendenti, non dovesse pagare tassa alcuna.
Ora, come gli addetti ai lavori sanno, c’è una bella differenza tra le due categorie di beni:
I beni MOBILI non prevedono alcuna forma di trascrizione che abbia efficacia di fronte ai TERZI, quindi se una persona riceve in donazione beni mobili e vuole rivenderli, il Terzo acquirente può acquistare tranquillamente e non corre alcun rischio che, un giorno, gli possa essere eccepita l’invalidità del suo acquisto (si dice: “il possesso vale titolo”).
I beni IMMOBILI, invece, prevedono la trascrizione del titolo in base al quale si è acquistato, proprio perché valga di fronte ai TERZI, quindi chi riceve in donazione beni immobili, quando li va a rivendere ad un Terzo, troverà serie se non insormontabili difficoltà.
Il TERZO acquirente, infatti, non potrà MAI considerarsi un “terzo in buona fede” ignaro che il bene che si accinge ad acquistare provenga da donazione (anche se lo ignora perché è uno svagato, la legge prevede che quando un BENE è TRASCRITTO, c’è la PRESUNZIONE ASSOLUTA di conoscenza di quello che è trascritto).
Ora, poiché la donazione, come è noto, può essere revocata per sopravvenienza di figli, per indegnità, per azione dei creditori, per azione di riduzione all’atto della morte del donante, non essendoci capienza nell’asse ereditario e così via (atteso che è un atto di TRASFERIMENTO GRATUITO, a differenza della VENDITA, dove c’è un PASSAGGIO DEFINITIVO perché, poco o molto che sia, un prezzo è stato pagato), e poiché TALE SITUAZIONE prevale su tutto, anche sulle successive vendite del bene donato, perché se così non fosse, sarebbe facile imbrogliare le carte, depauperandosi dei propri beni attraverso comode donazioni e lasciare tutti gli altri con un palmo di naso, e poiché chi acquista UN BENE IMMOBILE donato sa bene a che cosa va incontro perché lo legge direttamente sull’ATTO di DONAZIONE TRASCRITTO, la domanda è: caro beneficiario della donazione del bene immobile DOVE LO TROVI uno spericolato disposto ad acquistare l’immobile che vorrai mettere in vendita, ben sapendo che poi deve stare per UN CONSIDEREVOLE NUMERO DI ANNI (almeno 20 anni, il tempo della usucapione) sotto la spada di Damocle che può essere revocato l’acquisto che ha fatto?
Sì, è vero, può andare a riprendersi i soldi sborsati da colui o colei che gli ha venduto l’immobile, ma se il venditore, nel frattempo, ha disperso il danaro? Rimane con un pugno di mosche.
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Quello che conta qui, non è che realmente ciò accada, ma la semplice EVENTUALITA’ che possa accadere.
Di fronte ad un tale pericolo, tutti i potenziali acquirenti si tireranno indietro o quantomeno (se sono degli avventurieri, o ripongono una fiducia oltre ogni limite nella persona del venditore) reclameranno un consistente sconto del prezzo, in considerazione dello spirito liberale manifestato.
Vista quale è la frittata? L’On. Berlusconi, infatti, che vi risulti, ha mai donato BENI IMMOBILI ai propri figli? Mai! Lo staff di avvocati di cui si circonda lo avrebbe sdegnosamente mandato a fare quale cosa là alla quale, stando ai “si dice” il nostro ex Premier ha addetto un certo Fini.
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I destinatari della norma agevolativa strombazzata dallo staff dell’illuminato tagliatore di tasse, invece, avevano per lo più la casetta acquistata con sudati guadagni, o diversi immobili, non essendo esperti di finanza ed avendo prevalentemente investito, appunto, in immobili; purtroppo, ahimé, com’è del tutto logico, erano inesperti anche di materie legali. Il Governo che avrebbe dovuto tutelarli, si cimentava invece in televendite, come si è detto.
Avrebbero potuto supplire i notai? Beh… se erano pelo pelo preparati (ma non ci sono più i notai di una volta. Ora guardano solo agli atti e ai computer che li elaborano. Il resto è silenzio…) avrebbero dovuto, però, rinunziare a lauti guadagni. Come si dice… si può chiedere al tacchino di festeggiare il giorno del Ringraziamento?
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E così si è vista una gran massa di persone che, come quando si affollano attorno ad una bancarella al mercatino, si sono affollate e affannate a donare di tutto e di più, in totale esenzione.
MORALE: ora, grazie a loro, novelli Esaù, i loro figli e nipoti si trovano per le mani beni sostanzialmente invendibili, per quanto si è detto (nonché improponibili come garanzia di mutui per le stesse ragioni), per NON MENO di 20 anni (anche di più o molto di più in determinate circostanze, ma non possiamo qui addentrarci in questioni tecniche; e poi, meglio non farlo per carità di Patria). E il ben noto… Giacobbe, che invece si è aggiustato, sotto sotto, le sue cose, utilizzando la stessa legge, con spregiudicatezza ed oculatezza, se la ride alle loro spalle.
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Quando si dice: vendersi la primogenitura per un piatto di lenticchie.
E qui finisce la storia del venditore ambulante di magliette, tessuti, vestiti e pantaloni.
Al prossimo stoccaggio!
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